Ai tempi del coronavirus aumenta la richiesta di aiuto e, purtroppo contemporaneamente, per ragioni di sicurezza, il tradizionale setting psicoterapeutico, basato sull’incontro “de visu”, appare interdetto.
L’Associazione EMDR Italia che ha sempre scoraggiato la modalità di lavoro online che, per sua natura, consente una minor vicinanza emotiva con il cliente, ha in questo periodo attivato una specifica formazione in streaming per i terapeuti EMDR, strutturando modalità di lavoro possibili ed efficaci nel setting “a distanza”.
Le condizioni individuali sono specifiche e tutte diverse per questo sono state stilate delle linee guida che orientano il terapeuta EMDR nella scelta del percorso da fare: l’attuale situazione legata alla pandemia da coronavirus espone noi tutti ad un trauma con la “T” e ognuno di noi risponde in modo diverso in funzione della propria storia, del proprio stile di coping rispetto allo stress e della propria personalità.
A seconda quindi della specificità della richiesta molti interventi sono possibili ed efficaci utilizzando le videochiamate o altre piattaforme telematiche, come Skipe ad esempio, che consentono di essere in contatto visivamente oltre che attraverso la voce.
Tutti gli aspetti peritraumatici di questa esperienza legata al possibile contagio da coronavirus possono essere trattati in modalità online realizzando un abbassamento del livello di stress e di arousal del nostro sistema nervoso e svolgendo così una importante funzione protettiva nell’immediato e preventiva rispetto al rischio di sviluppare nei prossimi mesi un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
La pandemia da coronavirus, diversamente da tutte le altre emergenze relative ai passati disastri naturali (i terremoti, gli tsunami, il crollo del ponte Morandi di Genova, per citarne solo alcuni) e nei quali gli psicologi formati all’uso dell’EMDR hanno prestato il loro soccorso in loco, presenta un caratteristico andamento “ad altalena” per quanto riguarda l’esposizione allo stress. Mentre cioè nelle altre emergenze l’evento traumatico era stato circoscritto nel tempo e l’intervento di cura iniziava tempestivamente ma in un momento in cui il pericolo era passato, in questa attuale situazione le persone, tutti noi, siamo cronicamente esposti ad “ondate” di paura ed allerta ripetute nel tempo legate alla dinamica di diffusione del coronavirus e a quanto ci riguarda personalmente (qualcuno che conosciamo, un parente o noi stessi siamo stati contagiati? Siamo operatori sanitari o esposti al cosiddetto trauma vicario cioè testimoni diretti del contagio in altre persone?).
Per questo è importante prendersi cura di abbassare il livello di arousal del nostro sistema nervoso tra una ondata e l’altra proprio per evitare l’accumulo e l’attivazione esponenziale delle nostre risposte legate allo stress: le tecniche respiratorie, il grounding, l’installazione di risorse sono tutti interventi efficaci nell’abbassare il livello di attivazione del nostro sistema nervoso ed è possibile realizzarli nel setting di lavoro online.