In psicotraumatologia ricevere una diagnosi di malattia grave è considerato un trauma con la “T” maiuscola: il momento della diagnosi viene generalmente vissuto come uno spartiacque esistenziale tra un “prima” e un “dopo”. A cambiare è l’immagine di sé, da persona sana a persona malata, la prospettiva di vita, intesa sia come lunghezza di vita che come aspettative di ulteriori eventi traumatici come gli interventi chirurgici o gli esiti nefasti della malattia. Inoltre l’idea della propria morte diventa improvvisamente un’opzione concreta e i temi esistenziali ad essa legati possono presentarsi con urgenza nella vita mentale di chi soffre di una malattia grave.
L’elaborazione di un evento così complesso ci richiama in maniera diretta il processo di elaborazione del lutto: sono molteplici le perdite che l’individuo si trova a fronteggiare sul piano identitario ma anche relazionale e sociale. Tutto l’assetto relazionale dell’individuo viene investito dallo “tsunami” della malattia e spesso ci si sente impreparati, impotenti e confusi.
Il ricorso al professionista, che coinvolgerà non solo la persona malata ma anche il contesto familiare di riferimento, crea una cornice di ascolto, di contenimento delle ansie e del dolore e può aprire a processi di riorganizzazione del senso della propria vita e delle proprie relazioni che può risultare, alla fine del processo, in una visione più profonda e matura di sé e del mondo. L’EMDR è un prezioso alleato in questo processo perché consente di lavorare con angosce che spesso sono difficili da verbalizzare e condividere. Si potranno affrontare non solo il momento critico della diagnosi ma tutti i momenti successivi che la persona ha vissuto e ricorda come particolarmente difficili, inclusi gli interventi chirurgici e l’aspetto del dolore, la cui gestione può diventare in alcuni casi la priorità. Inoltre una particolare attenzione verrà riservata allo sviluppo e al rinforzo delle competenze che hanno aiutato ad affrontare i momenti peggiori, nella consapevolezza che un atteggiamento realistico e ottimistico aiuta anche il sistema immunitario.