La respirazione è una funzione vitale automatica, i cui centri nervosi di regolazione si trovano al livello del tronco encefalico, dove si trovano anche i centri di regolazione di molte altre funzioni vitali di base che non necessitano di un controllo cosciente: si attivano in maniera autonoma e largamente inconscia. Tuttavia siamo in grado di intervenire volontariamente sulla respirazione decidendo, ad esempio, di emettere un profondo respiro o di smettere per un breve tempo di respirare. Il range del controllo cosciente è però limitato: se tratteniamo il respiro a lungo arriveremo ad un punto in cui riprenderemo fiato in maniera automatica, aldilà della nostra volontà.
Le tecniche di mindfulness si sono interessate alla respirazione proprio per questa sua qualità ibrida, a metà strada tra l’inconscio e il cosciente: siamo in grado di osservare la nostra respirazione automatica senza intervenire in alcun modo e questa disposizione della mente, quando risponde alle qualità di apertura, assenza di giudizio ed equanimità, è appunto detta “mindful” ed attiva processi corticali inibitori delle aree sottostanti sortendo un effetto calmante e rilassante.
La respirazione diaframmatica però agisce attraverso un’altra via nervosa, più diretta ai centri di regolazione dell’arousal, anch’essi collocati a livello del tronco encefalico. I centri di regolazione dell’arousal sono quelli responsabili del livello di attivazione dell’intero sistema nervoso: quando sono molto attivi sperimenteremo uno stato di ipervigilanza che può arrivare allo stato ansioso vero e proprio fino all’attacco di panico. Quando sono poco attivi sperimenteremo uno stato di calma e rilassamento che può arrivare fino all’addormentamento. Il muscolo diaframmatico si inserisce a livello delle ultime costole della cassa toracica e divide la parte toracica sovrastante dalla cavità pelvica che sta immediatamente sotto e contiene le viscere. Quello che comunemente non è noto è che dal muscolo diaframmatico si dipartono dei nervi che collegano in maniera diretta il muscolo stesso con i centri encefalici di regolazione dell’arousal e questo spiega perché la respirazione diaframmatica ha un effetto ansiolitico in quanto inibisce i centri responsabili dello stato di vigilanza. Per dare una misura dell’efficacia di questa via nervosa basti pensare che una buona respirazione diaframmatica è in grado di interrompere anche un attacco di panico.
Imparare una buona tecnica respiratoria ha così un duplice effetto terapeutico: attraverso la via top-down attiva i circuiti corticali relativi ai processi di mindfulness e attraverso la via bottom-up rilassa il muscolo diaframmatico che è direttamente collegato ai centri nervosi dell’arousal.
Inoltre prestare maggior attenzione al nostro modo di respirare e quindi respirare meglio è un fattore di salute generale in quanto migliora il grado di ossigenazione di tutti i tessuti del corpo e aiuta a mantenere una postura più corretta.
2 Comments
Da quando pratico sotto la guida della dott.ssa Roselli questa pratica di rilassamento riesco a limitare i miei scoppi d’ira.
Fantastica esperienza!